lunedì 28 aprile 2008

QUANDO LA VITA ERA PIU FACILE

....quando la vita era più facile, e si potevano mangiare anche le fragole.... (Sally, Vasco Rossi)

Perchè più si cresce e più tutto diventa difficile? Quando si è bambini o ragazzi non si vede l'ora di essere grandi, per poter fare le cose da grandi, per non dover rendere conto a nessuno delle proprie azioni, delle proprie scelte.

La visione del mondo adulto era sempre entusiasmante per noi ragazzini: erano i nostri modelli di riferimento. Per noi gli adulti erano felici di esserlo.

Poi una volta adulto ti rendi conto di quanto bene si stava ad essere ragazzino. I problemi erano la bici rotta, l'amichetto incazzato, la nota sul registro, il compito in classe andato male....

Ora quelle sembrano solo un mare di stronzate tra gli abissi della vita da adulti.

Si cresce, e con noi crescono anche i casini, i problemi di tutti i giorni, le crisi esistenziali, il perchè della vita, il senso delle cose.

Un giorno credi di essere giusto,
e di essere un grande uomo,
in un altro ti svegli e devi,
cominciare da zero.

4 commenti:

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  3. Ma ve lo ricordate il terrore il giorno prima di un compito difficile quando eravamo ragazzini delle medie? L'imbarazzo di una sgridata da parte dei genitori quando si era insieme a cugini, parenti e amichetti? Ve la ricordate la paura per avere rotto qualcosa di prezioso in casa o per essere stati mandati dritti dritti dal preside per qualche marachella...? E il terror panico all'avvicinarsi del giorno di qualche esame rognoso all'università... il count-down dei giorni precedenti...?
    La distanza, l'effetto-cannocchiale del tempo ora che siamo più grandicelli ci fa apparire quelle cose come cretinate, quisquilie indegne di tante pene, ma allora...? Sbagliamo? No di certo. Quello che siamo, il poco o tanto che abbiamo sedimentato nella nostra anima è tutto lì, in quelle paure, negli imbarazzi, i silenzi, qualche lacrima, le attese. La vita è un'enorme spugna che tutto assorbe e tutto pulisce, a seconda di come l'afferriamo nei diversi stadi della nostra esistenza. Esiste per ognuno di noi un' "età dell'oro", quella in cui non si è tanto giovani da ragionare da bambini ma non si è ancora tanto grandi da avere la testa troppo razionalmente "in riga": l'età in cui sei circondato dai tuoi affetti più cari, in cui disgrazie e patimenti sembrano restare confinati sempre nel recinto altrui. E' il tempo in cui viviamo come Robinson Crusoe alla scoperta du quell'isola selvaggia e meravigliosa che è la vita, il sesso, il viaggio, il mettersi in dialogo con il mondo. Quello che noi siamo oggi è il frutto di quella maturazione lenta, lunga, infinitamente piccola e metodica che si è conclusa adesso, un attimo fa. Se sappiamo conservare un briciolo di stupore anche per l'attimo che verrà, per gli sguardi che incontreremo, le mani che stringeremo e le labbra che sfioreremo, allora tutto quel tempo non sarà perduto.
    "Quando toccherai il fondo con le dita, allora senirai la forza della vita" cantava un tizio una decina di anni fa, o forse più. Una rima stupida, di una banalità disarmante, non senza però un pizzico di recondita verità: perchè non sforzarci di fare della nostra vita una continua, lenta risalita da quel fondo dove tante volte finiamo per accucciarci...? Perchè non tendere la mano a quel braccio che viene verso di noi fidandoci una volta tanto di una mano senza volto, una forza che ci può aiutare a rialzare lo sguardo verso il cielo? Difficile certo. Provarci però magari non costa nulla, o comunque non ci si perde molto. "Se ami qualcuno lascialo libero", ammoniva Sting. Se ci amiamo davvero, proviamo a liberarci noi stessi. Rendiamoci liberi di essere. Di vivere. Magari anche di amare.
    Bibo

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  4. Arrivi ad un punto in cui tutto diventa insormontabile...da bimbo...da adulto...forse sarà così anche da vecchio...i giochi rotti...gli amori finiti...la vita che finisce....in ogni luogo e in ogni tempo qualcosa ti toglie il respiro e ti fa gauradare indietro pensando che il dolore di ieri è meno di quello di oggi sperando che quello di domani non sia terribile e tremendo.......
    oggi ho imparato una cosa...dopo aver perso il fitao..per un grande dolore e una grande perdita che mi ha fatto rimpiangere quando stavo meglio, senza questa sensazione...che la forza di un uomo di un vecchio o di un bambino a qualsiasi grado e livello non è nel non essere mai stato "spezzato" ma nel coraggio necessario a crescere forti nei luoghi..."spezzati"....fino a che ne arriverà un altro che ti ricorda che...sei vivo...anche se forse meno felice.!
    notte luce

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